lunedì 25 dicembre 2006

Riposi in pace


Ha suscitato scalpore la decisione del Vicariato di Roma di non dare il proprio assenso alla celebrazione di funerali religiosi per Piergiorgio Welby, la cui vita, segnata dalla malattia che l'aveva costretto all'immobilità, è stata spenta mercoledì notte per l'intervento di un medico che, dopo aver sedato il malato, ha staccato il respiratore che lo teneva in vita. Nel comunicato diffuso nei giorni successivi si legge che “a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica. Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti”.

A nostro avviso, tuttavia, suscitano ancora più scalpore le reazioni di quanti - politici e non - hanno pubblicamente manifestato la propria riprovazione per una decisione che, a loro avviso, "manca di umanità". "E' stato un errore non far prevalere la pietà cristiana e non consentire i funerali religiosi come i familiari di Piergiorgio Welby avevano chiesto", ha affermato il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. Tra le tante espressioni di dissenso - condite da grida quali "vergogna!" - si è registrato anche l'episodio di un'anziana parrocchiana che, di fronte al rifiuto del Vicariato, si è rifiutata a sua volta di prendere l'eucarestia, in segno di protesta.
Balza agli occhi l'inevitabile contraddizione costituita da chi ostinatamente persegue una condotta di vita del tutto contraria ai principi fondamentali del Cristianesimo, ma pretende poi di giudicare come la Chiesa Cattolica dovrebbe comportarsi in determinate situazioni. I paladini del "diritto alla morte" dovrebbero rendersi conto che la Chiesa, in quanto corpo vivente di Cristo, è una realtà non riducibile alla volontà politica di nessuno, anche quando si tratta di un funerale.
Ancora una volta, rimane il rammarico per l'ennesima ingerenza dell'ideologia laicista che pretende di fare della Chiesa Cattolica una propria succursale; ancora di più, davanti alla ferma volontà di Welby di farsi togliere la vita, rimane l'indignazione per la barbarie mediatica che ha fagocitato il dramma di una persona, ad opera chi è disposto a strumentalizzare la vita di un uomo per un obiettivo politico. A proposito di "decisioni disumane"...

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