sabato 17 febbraio 2007

Il KGB complottò contro Pio XII? Parla Padre Gumpel

ROMA, giovedì, 15 febbraio 2007 (www.zenit.org).- Hanno destato scalpore le rivelazioni dell’ex Generale dei servizi segreti rumeni, Ion Mihai Pacepa, secondo cui l’opera teatrale "Il Vicario" di Rolf Hochhuth sarebbe stata confezionata e utilizzata dal KGB per screditare il Pontefice Pio XII. Le rivelazioni del Generale di Stato Maggiore Pacepa, ex consigliere del Presidente Nicolae Ceausescu, poi fuggito e rifugiato negli Stati Uniti, sono state pubblicate dal National Review Online, una rivista telematica statunitense che si occupa di storia (cfr. “Moscow’s Assault on the Vatican”). In queste memorie, l’ex responsabile dei servizi segreti rumeni racconta anche di tentativi di infiltrazioni in Vaticano e del coinvolgimento del Cardinale Agostino Casaroli in una politica debole nei confronti dei sovietici. Intervistato da ZENIT, padre Peter Gumpel, Relatore della causa di beatificazione di Pio XII, in merito all’opera teatrale “Il Vicario” di Rolf Hochhuth, che diede vita alla campagna di calunnie e discredito nei confronti del Pontificato di Papa Pacelli, ha ricordato che l’opera originale durava otto ore, e che secondo i critici teatrali era “evidentemente scritta da un principiante”. Per migliorare e rendere fruibile la sua opera giunse in aiuto di Hochhuth un abile regista e produttore, Erwin Piscator, che secondo il padre gesuita “era dichiaratamente comunista. Rifugiato in Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale, lavorò in Germania e negli Stati Uniti in uffici e università notoriamente filocomuniste”. Padre Gumpel, che è un esperto conoscitore del periodo storico e della politica della Santa Sede negli anni a cui fa riferimento l’ex spia comunista, sostiene che “non c’è dubbio che la riduzione dell’opera a sole due ore, l’impianto del testo con le calunnie contro Pio XII sono attribuibili all’influenza di Piscator”. Circa le responsabilità dell’Unione sovietica in questa operazione il padre gesuita ha spiegato che “in Vaticano si sapeva da molto tempo che la Russia bolscevica era all’origine di questa campagna di discredito nei confronti di Pio XII”. “La cosa era confermata dal fatto che nei Paesi occupati dai comunisti dopo la Seconda Guerra Mondiale, ‘Il Vicario’ di Hochhuth venne rappresentato in maniera obbligatoria almeno una volta all’anno in tutte le grandi città”, ha continuato padre Gumpel. “Se si vanno a vedere i quotidiani e le riviste comuniste, come l’Unità in Italia e l’Humanitè in Francia – ha continuato padre Gumpel –, è facile constatare la grande propaganda che fecero e che fanno tuttora per l’opera di Hochhuth. Quindi sotto questo punto di vista non ci sono dubbi in merito all’influenza comunista”. “Insomma – ha affermato il padre gesuita – non posso sostenere che Hochhuth fosse un agente dei russi, ma che la sua opera fosse pesantemente influenzata da quell’apparato, questo è evidente”. A questo proposito padre Pierre Blet, storico di fama anch’egli gesuita, ha più volte affermato che "il dramma di Hochhuth non fa parte della storiografia e pertanto è come se non esistesse. Se ha prodotto tanto chiasso è perché si tratta di un artificio imbastito da Mosca per guidare una campagna contro Pio XII e screditarlo". Secondo padre Gumpel, grazie a “‘Il Vicario’ Hochhuth ha goduto della propaganda dei comunisti ma anche dei nemici della Chiesa, ed è interessante notare che la sua rappresentazione fu respinta a Roma ma anche in Israele”. Circa la credibilità del Generale Ion Mihai Pacepa, il padre gesuita ha detto che “bisogna tenere presente che è il più alto funzionario dei servizi segreti dei Paesi dell’Est Europa che mai sia fuggito in Occidente, e che su molte delle storie da lui raccontate bisogna fare delle precisazioni”. In merito ai tentativi sovietici di infiltrare agenti in Vaticano – che l’ex spia romena dice essere riusciti con successo –, padre Gumpel ha ricordato che in due istituzioni della Compagnia di Gesù e cioè al Pontificio Istituto Orientale e al Collegio Pontificio Russicum, i sovietici “hanno tentato di intromettere dei seminaristi spie”. “Si tratta di una vicenda che conosco direttamente – ha raccontato –. E’ stato facile scoprirli perché il loro comportamento ha suscitato tanti e tali sospetti che alla fine vennero cacciati via. Era chiaro che non avevano una vocazione”. Padre Gumpel ha detto di nutrire invece moti dubbi sulle spie sovietiche che secondo il Generale romeno sarebbero penetrate nell’Archivio Segreto Vaticano e avrebbero trafugato del materiale per costruire le calunnie contro Pio XII. Padre Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, ha scritto a padre Gumpel che “nel periodo di cui parla l’ex spia romena, le carte di Pio XII non erano ancora nell’Archivio Segreto Vaticano. Gli atti che a loro interessavano si trovavano nell’Archivio della Segreteria di Stato”. A questo proposito il padre gesuita ha spiegato che “chi non è particolarmente informato di come funzionano le cose in Vaticano, fa facilmente confusione tra l'Archivio Segreto Vaticano e l’Archivio della Segreteria di Stato”. Padre Gumpel ha quindi detto a ZENIT che tali rivelazioni “confermano ciò che sapevano da tempo e che padre Pierre Blet aveva più volte rilevato”. Tuttavia, ha aggiunto, “non eravamo a conoscenza del modo così diretto, esplicito e particolareggiato di come Hochhuth sia stato influenzato dai sovietici”. Nella seconda parte delle sue rivelazioni il Generale Pacepa sostiene di aver incontrato a Ginevra l’allora monsignor Agostino Casaroli per facilitare un modus vivendi tra la Santa Sede e l’Unione Sovietica, e ci sarebbe stata pure una offerta di denaro. Per Gumpel “tutta questa parte è molto difficile da credere. Anche se devo ammettere che personalmente sono stato molto scettico sulla Ostopolitik e non solo per quanto sapevo del mondo comunista ma anche per quello che diversi Cardinali, che vivevano nella parte occupata dai russi, mi avevano detto”. Il padre gesuita ha poi raccontato: “Grazie ai contatti diretti che avevo con i Cardinali Alfred Bengsch di Berlino, László Lékai e József Mindszenty di Ungheria, posso dire che tutti e tre erano molto contrari alla Ostopolitik . Non ne volevano sentir parlare”. Nel complesso padre Gumpel ha spiegato che “bisogna essere estremamente prudenti e cercare di verificare i fatti. Ci sono domande per le quali non abbiamo risposte, per esempio quando si è incontrato con Casaroli? In quale albergo? Per esempio lui dice che hanno trovato documenti dell’Archivio Segreto Vaticano, documenti scritti da chi? Indirizzati a chi? Datati quando, che tipo di documenti? ecc.” “Insomma – ha concluso il sacerdote gesuita – bisogna anche tener conto che le spie devono giustificare la loro esistenza e devono dar valore anche a cose di scarsa o nessuna importanza. Molte volte si danno della arie e in alcuni casi si inventano delle cose…”.

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